7 agosto, tutti svegli di buon ora in albergue, pronti per l’ultimo
giorno di cammino: finalmente si arriva a Santiago. E dico finalmente non tanto
per noi, che ce ne stiamo a camminare da cinque giorni, ma per quei poveracci
che sono in giro da più di un mese e si sono fatti 800 km (OTTOCENTO) e immagino
saranno anche contenti di arrivare a destinazione.
La camminata in sè è davvero bruttina, si costeggiano strade
trafficate e l’aeroporto; il tempo poi non aiuta, una pioggerella che va e
viene e un cielo grigissimo.
Unica attrazione degna di nota, il monumento a
Monte do Gozo, eretto nel 1993 per celebrare la visita di Papa Giovanni Paolo
II.
Si cammina ancora per circa un’ora e si arriva finalmente al ‘benvenuti a
Santiago’ che tutti aspettavano…ma non pensate di essere arrivati li! Dal
benvenuti al centro città c’è circa ancora una mezz’ora di camminata in mezzo
al paese che, ve lo devo dire, è brutto e triste: case vecchie e per niente
curate, niente di più. Ci si accorge subito quando si arriva in centro,
fortunatamente molto più carino, una sorta di piccolo borgo pieno di
negozietti, bar, ristoranti e tante, tante persone con uno zaino sulle spalle.
Arriviamo alle 11.30 circa, come da nostri piani, per
assistere alla Messa del pellegrino nella Cattedrale, appuntamento imperdibile
a Santiago a quanto pare, indipendentemente dall’orientamento religioso.
Siamo
un po’ in anticipo, abbiamo anche tempo di fare qualche foto…seguiamo la folla
che si dirige in piazza, macchina fotografica alla mano, pronte allo scatto
della giornata…si costeggia la Cattedrale lateralmente, si passa sotto un arco
per poi spuntare finalmente nella piazza principale e ………
SERIOUSLY SANTIAGO??? LE IMPALCATURE???
Ora, Santiago, non ho fatto il Cammino per fede, quindi non
sono tra quelli che piangono di gioia con un rosario in mano pregando come non
ci fosse un domani. Non l’ho fatto con l’oratorio, quindi non sto facendo canti
e balletti in mezzo alla piazza festeggiando come manco a capodanno. Non l’ho
fatto per ritrovare me stessa, perchè fortunatamente non mi sono ancora persa.
L’ho fatto, Santiago, perchè mi piace visitare posti nuovi e vedere bei
paesaggi e l’architettura
della città…e cazzo, Santiago, ha piovuto per la metà del
tempo; ho visto erba, eucalipti, un paio di ruscelli e un sacco di mucche; paesini
sfigatissimi per cinque giorni e quando finalmente arrivo in una città che
potrebbe darmi delle soddisfazioni…le impalcature?!?!?!? Ma che
scherziamo?!?!?!? NCS.
Felice come una bimbetta che a Natale riceve Tania la Spazzacamini
invece che Barbie Principessa, mi dirigo all’ingresso per la Messa. E trovo un
bel cartello sul portone: vietato entrare con gli zaini. Ma che siamo scemi o
cosa?!?!? Ma non stiamo arrivando tutti da un pellegrinaggio?? Niente, entriamo
di nascosto ma tempo zero ci cacciano fuori. Mi stanno boicottando.
Inspira, espira, inspira, espira. Ok, ostello - doccia - pranzo
- giro del paese, ci siamo.
Per prima cosa andiamo a ritirare la borsa che la mia amica
aveva lasciato a Santiago pre-cammino: finlamente abbiamo dei vestiti normali e
del bagnoschiuma! Son conquiste! Mi metto addirittura una gonna per
festeggiare.
Il nostro ostello, Roots and Boots, senz’altro non è stato il
migliore della vacanza nonostante costasse il doppio degli altri. Buona
posizione ma struttura discutibile, non me la sento di consigliarlo. In compenso,
mi sento vivamente di consigliarvi di prenotare l’alloggio con largo anticipo
in caso di visita in agosto: Santiago era completely booked up, tutto esaurito,
nemmeno una stanzetta nell’ostello più sfigato del paese se non avevi
prenotato.
Tortilla francesa per pranzo (per i comuni mortali: una
crepe) e si pianifica il giro del pomeriggio.
Ma questo ve lo racconto nel prossimo post, che se no mi
cadete addormentati.
Foto simbolo della giornata? Eh beh, che domande.
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