Meglio tardi che mai.
Non mi sono dimenticata di Lisbona, è che Londra mi prende
troppo e finisco sempre per rimandare il resto.
Ora, il day 2 e day 3 sono un tantino offuscati nella mia
mente, in primis perchè sono passati tre mesi e la mia memoria ha un time limit
di circa tre secondi…ma soprattutto perchè il secondo giorno a Lisbona
l’influenza mi ha quasi stesa. Cioè letteralmente. A una certa mi sono infilata
in metro direzione ostello e ho mandato la mia amica in farmacia a recuperare
qualcosa che mi facesse ripigliare n’attimo. Deve essere stata senz’altro una
delle sue vacanze preferite, a spasso con una moribonda lamentosa che si
trascina a stento e pensa bene di passare un pomeriggio svaccata mezza morta
sui divanetti di un centro commerciale. Party Rock.
Anyway, barcollo ma non mollo, per qualche ora ho resistito
e qualcosina siamo riuscite comunque a vedere, dai.
Il secondo giorno a Lisbona inizia con un bel sole e la
voglia di prendersela un po’ comoda.
Il programma della giornata prevede un
giro per Alfama e Baixa, i due quartieri più famosi di Lisbona.
Alfama è il quartiere più antico di Lisbona, caratterizzato
da un labirinto di strette stradine e viuzze che dal fiume Tago portano fino al
Castello di San Jorge. Nato come quartiere dei poveri, costruito appena al di
fuori delle mura della città, Alfama è sopravvissuta sia al terremoto del 1755
che alla recente modernizzazione della città, riuscendo a mantenere il suo
fascino antico che la rende cosi pittoresca e unica. Come raccontavo
nel precedente post, non si può visitare questo quartiere senza fare un giro su
uno dei suoi tram storici, che tra l’altro vi evitano una mezz’ora di camminata
in salita per raggiungere il castello.
La nostra guida ci consiglia di prendere
il tram 28, quello storicissssssimo che segue un percorso circolare per il
centro storico, passando accanto alle principali attrazioni turistiche di
Alfama e Baixa. Benissimo. Peccato che non ce lo consigli solo la nostra guida
ma, a quanto pare, tutte le guide del mondo. Arrivate alla fermata scopriamo
che tutti i turisti presenti a Lisbona hanno avuto la stessa idea – risultato:
coda di almeno due ore. Ma noi, che siamo furrrbe, rileggiamo la guida, che ci
dice che alla fermata accanto passa il tram 12, che fa praticamente lo stesso
giro, ma per qualche motivo strano è meno famoso, e infatti la coda è di solo
una mezz’oretta…e finalmente ci siamo.
Prima tappa: Miradouro de Santa Luzia e
poi dritte al Castelo de São Jorge. Manco a dirlo, tutti quelli che stavano in
fila per il tram ora stanno in fila per il Castello. Stay Calm che ne vale la
pena, il castello si trova su una collina che si affaccia sul fiume, per cui la
vista è davvero spettacolare.
Dopo la visita, scendiamo a piedi verso la Sé Patriarcal,
fermandoci per una rapida visita alla Chiesa di Sant’Antonio che, vi dirò, non
è nulla di speciale. La Sé – Sedes Episcopalis, per vostra informazione – da
più l’idea di una fortezza che di centro religioso, è imponente e massiccia.
Fatti interessanti: il terremoto del 1755 ha causato il crollo del soffitto,
sotto a cui si trovavano centinaia di fedeli per celebrare la festa di
Ognissanti. Come dire, la preghiera non sempre aiuta.
Le stradine di Alfama sono tanto carine e tanto incasinate,
non si capisce bene dove si stia andando, ma una volta uscite dalla Cattedrale seguendo
gli altri turisti e cercando di andare sempre in discesa confidiamo che prima o
poi arriveremo a livello del mare. E infatti, così è.
Arriviamo a Baixa, la downtown lisbonese, il centro città.
Quartiere di riferimento per la maggior parte dei turisti, che qui possono
trovare alberghi, ristoranti, caffetterie e locali per il dopocena, quest’area
è stata completamente riprogettata dopo il terremoto del 1755 sotto la
supervisione del Marchese di Pombal, personaggio di una certa importanza per la
città che noi abbiamo conosciuto meglio durante il terzo giorno di visita –
vita, morte e miracoli del Marchese rimandati quindi alla prossima puntata.
La visita a Baixa inizia con la Praça do Comercio, la piazza
più grande di Lisbona, posizionata proprio sul fiume, dove i mercanti usavano
vendere la merce importata dalle colonie. Sul lato nord della piazza si trova
l’Arco de Rua Augusta, che funge da ingresso all’omonima via, una delle più
famose di Lisbona grazie alla sua posizione centrale.
In Rua Augusta ci fermiamo per pranzo – gelato e dolcetti di
varia natura, che è esattamente quello che consigliano quando hai lo stomaco
ko…per dargli il colpo di grazia. Ha funzionato alla grande. Ma a posteriori
posso dire che ne è valsa la pena, i dolci portoghesi sono troppo buoni.
Siamo a due passi dall’Elevador de Santa Justa, un altro dei
simboli di Lisbona: un ascensore caratterizzato da una struttura esterna in
stile neo-gotico in ferro battuto all’interno della quale si trovano le cabine
in legno che trasportano i passeggeri dalla Baixa al quartiere del Chiado. Una
struttura unica, particolare, esteticamente molto bella, non fosse che…è in
ristrutturazione! Completamente impacchettato e nascosto da ponteggi vari, non
si vede niente di niente.
È ufficiale, ci hanno boicottato la vacanza.
Quando
ti capita la ristrutturazione alla facciata della Cattedrale di Santiago sei
gran sfigato. Quando ti si aggiunge il Padrao dos Descobrimentos sei doppiamente
sfigato. Ma se poi stanno lavorando anche sull’Elevador, eh cazz* è una
congiura.
Credo fossimo incazzate non poco, perchè nessuna delle due
ha fatto manco una foto, neanche per dire ‘quanto meno ci ho provato’. Di fare
una coda infinita per salire su un ascensore in mezzo alle impalcature non ci è
nemmeno passato per la testa, per cui tanti saluti e abbiamo continuato il
nostro giro altrove.
Pomeriggio di cultura religiosa, dedicato alla visita di qualche chiesa, nell’ordine: San Rocco, Nostra Signora di Loreto (conosciuta
anche come Chiesa degli Italiani), Nostra Signora dell’Incarnazione e la Chiesa
do Carmo.
La Chiesa di San Rocco è una delle Chiese più decorate di
Lisbona – non che le altre siano proprio spoglie.
L’esterno, di semplice marmo
bianco, non lascia intendere nulla di quello che si trova all’interno.
I religiosi portoghesi amano l’oro. Moltissimo.
All’interno della Chiesa si trova la cappella di San
Giovanni Battista, commissionata da re Giovanni V nel 1742 e considerata un
capolavoro d’arte europea del 18esimo secolo. We love GO(L)D. La cappella è
stata costruita ben due volte: la prima a Roma, per la benedizione di Papa
Benedetto XIV, poi smantellata, trasportata a Lisbona e ricostruita nella
Chiesa di San Rocco.
Ci tenevano davvero un casino a sta benedizione papale.
Le Chiese Nostra Signora di Loreto e Nostra Signora
dell’Incarnazione erano di strada, quindi ci siamo fermate per una visita
velocissima prima di raggiungere la Igreja do Carmo, testimonianza per
eccellenza del terremoto del 1755: della Chiesa e dell’omonimo convento rimane infatti
solo lo scheletro esterno, poichè entrambi sono stati quasi interamente
distrutti dal terremoto. Qui scopriamo che è possibile salire sulla terrazza
dell’Elevador Santa Justa, da cui si ha una buona visuale di questa Chiesa
senza tetto e della città in generale. Per lo meno l’Elevador si rivela utile
in qualche modo.
Breve puntatina al Teatro San Carlo, casa dell’Orquestra
Sinfonica Portuguesa, costruito sull’esempio di due grandi teatri dell’opera
italiani – la Scala di Milano e il San Carlo di Napoli. Foto alla Mucca
Carolina che sta davanti al teatro.
Nonostante le code fatte, le mille chiese visitate e un
brevissimo giro shopping fuori programma, finiamo il nostro tour giornaliero prima
di quanto previsto e quindi decidiamo di fare due piccole aggiunte: Ginjinha e
il tanto amato tram 28.
Il Ginjinha Bar è il bar più famoso della città per
assaggiare il Ginjia, liquore di ciliegie tipico di Lisbona. Coda fuori dal
locale, che misura un metro per un metro e serve praticamente solo due
specialità, in bicchierini di plastica e alla velocità di un cliente al
secondo. Ginjia puro o con ciliegia? Via, avanti il prossimo. Io, il liquore,
le ciliegie e il mal di stomaco. Non starete mica pensando che ho davvero
provato quella roba?!?!?! Ma anche no. E in tutta onestà la faccia della mia
amica mentre lo beveva mi ha confermato che ho fatto benissimo – tipo
‘ESTICAZZZZZ…BLEEEAAH’. Deve essere un tantino forte.
Il bar si trova in pieno
centro, vicino alla stazione di Rossio, per cui ne abbiamo approfittato per un
giro in piazza Dom Pedro IV, una foto al Teatro de Dona Maria II e un’occhiata
a Praça dos Restauradores.
Ci siamo godute gli ultimi raggi di sole della giornata e siamo poi finalmente salite sul famoso tram 28, per un giretto di Alfama e Baixa come si deve, senza la fiumana di turisti del mattino.
Sono stata bravina, ho resistito parecchio, e a questo
punto…sono crollata.
Metro – Ostello.
Amica spedita in farmacia e a raccattare
del cibo.
Io nel frattempo a letto attorcigliata su me stessa.
Zuppetta calda e
si inizia con l’antibiotico.
Super-yeah.
Post Scriptum
In queste condizioni, più di là che di qua, Lisbona l’ho
comunque adorata. Non so se le foto fatte da una malata che non sa usare la
macchina fotografica rendono l’idea di quanto sia bella questa città.
Probabilmente no, o quanto meno non come vorrei.
Ma fidatevi: Lisbona è
fantastica!
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