Davvero non so perchè io abbia sempre snobbato il Portogallo
prima di quest’estate. Non mi ero nemmeno mai presa il disturbo di dare una
sbirciata a qualche foto su internet, l’avevo classificato come poco
interessante a prescindere. Quando poi è stato il momento di organizzare questa
vacanza, ho finalmente aperto la galleria immagini di Google…e mi si è aperto
un mondo. Alla terza immagine già ero superesaltata e non vedevo l’ora di
partire. Le aspettative non sono state affatto deluse.
Per Lisbona avevo preparato un tour di tre giorni piuttosto
dettagliato, con tanto di mappe, percorsi e spiegazioni di tutti i più
importanti monumenti e luoghi di interesse. Ovviamente poi i piani sono fatti
per essere completamente modificati, per cui una volta arrivate abbiamo fatto
un bel taglia e cuci, aggiungendo pezzi e modificandone altri, per arrivare
alla fine ad un tour niente affatto male.
LISBONA DAY 1 1. Casa Pasteis de Belem - 2. Mosteiro dos Jeronimos - 3. Torre de Belem - 4. Monumento Combatentes Ultramar 5. Padrao dos Descobrimentos - 6. Palacio Nacional - 7. Ponte 25 de Abril |
Salto veloce all’ostello prima di iniziare ad esplorare la
città – la nostra scelta è stata Unreal Hostel, ostello in zona Parque Eduardo VII,
non proprio in centro città ma ben collegato tramite la metro, personale non tra i più simpatici ma nemmeno malissimo, stanze pulite, bagno privato…mi
sento di consigliarlo dai.
A quanto pare nessuna visita a Lisbona si può considerare
davvero completa se non si è fatto un giro su un Eléctrico, i tram che
collegano i principali distretti della città. Il tragitto più conosciuto è
quello dei Remodelado, i tram classici che ricordano gli originali tram di
Lisbona del periodo precedente alla guerra e che si inerpicano su per le
stradine del quartiere dell’Alfama, distretto davvero caratteristico fatto di
viuzze e vicoletti strettissimi e spesso piuttosto ripidi, in cui tram e
macchine compiono manovre inverosimili e al limite della follia per portare i
passeggeri sani e salvi a destinazione. Ho pensato in più di un’occasione che
uno scontro fosse inevitabile, ma i guidatori hanno sempre dimostrato di avere
nervi saldi e capacità di valutare le distanze al millimetro – grande invidia!
L’altra linea di tram da non perdere è quella che connette la Baixa, il centro
di Lisbona, con il distretto di Belem, meta del nostro primo pomeriggio
lisbonese. Su questa linea i tram sono tutti moderni e il percorso è meno pittoresco,
ma offre comunque un bel panorama su un fiume, sebbene sia abbastanza difficile
concentrarsi sul paesaggio quando si è in ottanta in un tram per venti persone
– leggermente overcrowded, diciamo che eravamo più concentrate sulla
respirazione che su quello che si poteva vedere fuori dal finestrino.
Arriviamo al quartiere di Belem, un sole fantastico, un caldo esagerato,
ora di pranzo…non potevamo scegliere altrimenti per la nostra prima visita:
Casa Pasteis de Belem, ovvero LA pasticceria di Lisbona.
Pezzo forte della
casa, ovviamente, i famosi Pasteis de Belem, o Pasteis de Nata, piccole tortine
di sfoglia farcite con una crema a base di panna e uova che creano dipendenza.
Si dice che nel 18esimo secolo questi dolci venissero preparati e poi venduti
dalle suore del vicino Monastero di San Geronimo come metodo di raccolta fondi;
a seguito della chiusura dei monasteri verso la metà dell’800, la ricetta è
stata utilizzata da questa pasticceria e queste tortine sono diventate il dolce
tipico di Lisbona.
Vietato visitare Lisbona senza assaggiare questa bontà.
Colgo l’occasione per aprire una brevissima parentesi sulle
backery del Portogallo: volendo fare un paragone, potrei dire che la
probabilità di trovare una backery mentre passeggiate è pari alla probabilità
di trovare un bar che vi faccia un espresso in Italia – praticamente una ogni
due metri. Le backery portoghesi sono dei posti meravigliosi, pieni e strapieni
di dolci e paste di ogni tipo, lasciano davvero l’imbarazzo della scelta e la
voglia di assaggiare tutte le possibili varianti a disposizione. Nonostante il
mio stupido stomaco sottosopra, sono riuscita a limitarmi solo in parte – e
infatti le conseguenze sono state disastrose, ma almeno posso dire di aver
sofferto per una buona causa. Grazie al cielo le backery di Londra sono lontane
anni luce da quelle di Lisbona, se no altro che due taglie in più…
Parentesi chiusa, Pasteis de Belem divorato, prima
attrazione culturale della giornata: Mosteiro dos Jeronimos, quello delle suore
che facevano i dolcetti. Il monastero è stato voluto da re Manuel I nel 1500
per celebrare il ritorno del navigatore Vasco de Gama, che qui aveva trascorso
la sua ultima notte prima del suo viaggio verso l’India.
Nonostante le mie pessime doti da fotografa, penso che le
immagini parlino da sé.
Lasciata questa meraviglia di monastero, è la volta della Torre di Belem, una piccola fortezza
costruita sul fiume Tejo per difendere Lisbona da possibili invasioni. I
costruttori hanno pensato bene di non limitarsi ad un cubo di pietra, ma hanno
abbellito la torre con intagli e decorazioni, nonostante la fortezza si
trovasse un tempo al centro dell’estuario e fosse quindi difficilmente visibile
dalla terra ferma. Gli interni non hanno nulla di speciale, ma la visita è
comunque piacevole ed offre una bella vista sul fiume.
Accanto alla Torre di Belem si trova il Monumento
Combatentes Ultramar, un memorial ai soldati portoghesi morti durante la Guerra
Coloniale del 1961-1974. Mi ci sono voluti venti minuti di paziente attesa
davanti a coppie che si facevano selfies a tutto spiano, ma alla fine sono
riuscita a fare una foto semi decente. Che poi capisco che farsi un selfie con
la fiamma e l’acqua e la propria immagine riflessa sul vetro sia una tentazione
irresistibile…ma è un monumento ai caduti santo cielo.
Facciamo due passi lungo il fiume, sotto il sole, e ci
dirigiamo verso il Padrao dos Descobrimentos, un altro dei simboli di Lisbona,
un monumento dedicato agli avventurieri ed esploratori portoghesi, rivolto
verso il fiume come a dare il benvenuto a chi arriva dal mare. Il monumento è
imponente, 52mt di altezza, si inizia ad intravederlo da una certa
distanza…faccio un paio di foto, ci avviciniamo, e…MA CHE SONO UNA MODA STE
IMPALCATURE QUEST’ESTATE??
Aggiungi didascalia |
A quanto pare: si, una gran moda. La Cattedrale di Santiago è
stato solo il primo di una lunghiiiiissima serie di edifici in ristrutturazione
visitati negli ultimi mesi – da Lisbona a Bologna, da Sintra a Hampton Court,
sembra si mettano a montare impalcature ad hoc per il mio arrivo, in qualunque
nazione io mi trovi.
Ma torniamo al Padrao dos Descobrimentos – il monumento è
stato disegnato in modo tale che rappresenti un’enorme croce latina quando
visto dalla terra ferma, mentre invece appare come la prua di una nave quando
visto dal fiume. Sulla prua è rappresentato Enrico il Navigatore, seguito su
entrambi i lati del monumento dagli eroi portoghesi che parteciparono alle
scoperte e a cui il monumento è dedicato. E ovviamente la parte in
ricostruzione non era certo quella della croce.
Due passi per il Jardim de Belém e Praça Afonso de Albuquerque,
un paio di foto al Palacio Nacional de Belém, residenza ufficiale dei
presidenti portoghesi, e via verso l’ultima meta della giornata: il Ponte 25 de
Abril.
Any idea su chi potrebbe aver progettato questo ponte? Ebbene si, la
somiglianza è evidente – sbattimento zero e la compagnia che ha realizzato il
Golden Gate Bridge di San Francisco ha pensato bene di fare un bel copia e
incolla riproponendo un progetto praticamente identico, senza nemmeno cambiare
il colore. Ponte che vince non si cambia.
Poi mentre sei li in mood California Dreaming che ti spari
due selfies, dalla parte opposta del ponte, sull’altra riva del fiume, scorgi
il Cristo di Rio.
Se ci torniamo tra un paio d’anni magari ci troviamo anche due gondole sul Tajo e la Lisbon Eye.
Commenti
Posta un commento