Non scrivo da una vita.
È che mi ero fissata con questa cosa dello scrivere solo post sensati e fatti per bene, con foto sistemate e un filo del discorso quanto meno capibile.
Poi però le foto rimangono sull'hard disk sotto la cartella 'da sistemare' per mesi lunghissimi e va a finire che il post non lo faccio più.
Cioè non ho nemmeno finito di raccontare la Turchia, per dire. Son tornata da un anno.
Non ho scritto di Edimburgo, della Provenza, di Ravenna, di Genova, dei miei Meetup (che stanno andando piuttosto bene btw).
Dovrei rivedere un po' il metodo, già.
E comunque. Si è quasi in partenza per la Tanzania.
Safari.
Sogno un safari da tempo immemore, probabilmente da sempre. Ho sempre pensato al safari come il mio viaggio di nozze ideale. M'immaginavo piangere di gioia alla vista di un leone o di una pantera (avevo una fissa per le pantere, cosi nere ed eleganti). Immaginavo il tramonto della savana e io tra le braccia del mio principe azzurro (sempre un gran figo, nei sogni).
Ah, l'innocenza dei bambini.
E invece.
E invece siamo quasi ai trent'anni e del principe azzurro nemmeno l'ombra, ma proprio neanche un minimo accenno all'orizzonte.
In compenso ho trovato qualcosa che mi fa battere il cuore all'impazzata, che mi fa innamorare ogni volta, che mi fa sorridere e piangere e mi emoziona come poco altro.
Viaggiare.
Visitare posti nuovi, di qualunque tipo. Non smetterei mai.
E purtroppo non sono ancora diventata milionaria e non posso salutarvi tutti e partire per un giro intorno al mondo. E tra un viaggio e l'altro bisogna tornare un po' alla monotonia quotidiana. E ho dovuto fare delle scelte e lasciare una città di cui sono follemente innamorata e tutte le belle persone che riempivano le mie giornate. E quindi ok, il quotidiano non è proprio super-wow.
Ma quando un viaggio si avvicina, l'adrenalina sale e la noia te la dimentichi in fretta.
Lo zaino è pronto.
E del principe azzurro chi se ne frega, io me ne vado a fotografare i leoni.
Happy 30th to me.
Hakuna Matata.
È che mi ero fissata con questa cosa dello scrivere solo post sensati e fatti per bene, con foto sistemate e un filo del discorso quanto meno capibile.
Poi però le foto rimangono sull'hard disk sotto la cartella 'da sistemare' per mesi lunghissimi e va a finire che il post non lo faccio più.
Cioè non ho nemmeno finito di raccontare la Turchia, per dire. Son tornata da un anno.
Non ho scritto di Edimburgo, della Provenza, di Ravenna, di Genova, dei miei Meetup (che stanno andando piuttosto bene btw).
Dovrei rivedere un po' il metodo, già.
E comunque. Si è quasi in partenza per la Tanzania.
Safari.
Sogno un safari da tempo immemore, probabilmente da sempre. Ho sempre pensato al safari come il mio viaggio di nozze ideale. M'immaginavo piangere di gioia alla vista di un leone o di una pantera (avevo una fissa per le pantere, cosi nere ed eleganti). Immaginavo il tramonto della savana e io tra le braccia del mio principe azzurro (sempre un gran figo, nei sogni).
Ah, l'innocenza dei bambini.
E invece.
E invece siamo quasi ai trent'anni e del principe azzurro nemmeno l'ombra, ma proprio neanche un minimo accenno all'orizzonte.
In compenso ho trovato qualcosa che mi fa battere il cuore all'impazzata, che mi fa innamorare ogni volta, che mi fa sorridere e piangere e mi emoziona come poco altro.
Viaggiare.
Visitare posti nuovi, di qualunque tipo. Non smetterei mai.
E purtroppo non sono ancora diventata milionaria e non posso salutarvi tutti e partire per un giro intorno al mondo. E tra un viaggio e l'altro bisogna tornare un po' alla monotonia quotidiana. E ho dovuto fare delle scelte e lasciare una città di cui sono follemente innamorata e tutte le belle persone che riempivano le mie giornate. E quindi ok, il quotidiano non è proprio super-wow.
Ma quando un viaggio si avvicina, l'adrenalina sale e la noia te la dimentichi in fretta.
Lo zaino è pronto.
E del principe azzurro chi se ne frega, io me ne vado a fotografare i leoni.
Happy 30th to me.
Hakuna Matata.
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